giovedì 26 marzo 2015

il battistero di firenze

IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI.
Il Battistero di San Giovanni è una delle più antiche chiese di Firenze, posto di fronte alla Cattedrale della città, la chiesa di Santa Maria del Fiore. A pianta ottagonale, interamente rivestito di lastre di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero è coperto da una cupola ad otto spicchi poggiante sulle pareti perimetrali, mascherata all'esterno dall'elevazione delle pareti sopra l'arcata del secondo livello e da un tetto a piramide schiacciata.
Questa struttura così affascinante, in cui si fondono
fede, storia e arte, ha creato non pochi problemi per la sua datazione.
Nel XIII secolo si dà il via anche alla decorazione musiva interna, ricoprendo la scarsella e l'intera cupola, con gli interventi di Jacopo Torriti e, forse, della nuova scuola pittorica fiorentina: Cimabue e Coppo di Marcovaldo.
Entrando nell’edificio, la prima cosa che cattura l’attenzione è il prezioso mosaico della cupola, una delle più grandi al mondo per l’epoca ad esser decorata con questa tecnica. I mosaici sono dominati dall'enorme figura di Cristo giudice con scene del giudizio universale che occupano tre degli otto spicchi della cupola. Nei sovrapposti registri orizzontali degli altri cinque spicchi, sono raffigurate le storie di San Giovanni Battista, patrono di Firenze, di Cristo, di Giuseppe e della Genesi. Al centro, nel registro più in alto, trovano posto le gerarchie angeliche.
Di patronato della ricca Arte di Calimala, il Battistero venne impreziosito anche da tre bellissime porte bronzee.
La più antica è la Porta Sud realizzata tra il 1330 e il 1336 dallo scultore Andrea Pisano. Essa mostra nei venti scomparti superiori gli episodi della vita del Battista e nei restanti otto, le Virtù cristiane.
La Porta Nord, fu la seconda ad essere realizzata. Sostanzialmente impostata come la prima, rappresenta nelle venti formelle superiori scene del Nuovo Testamento e nelle otto formelle inferiori gli Evangelisti e i quattro Padri della Chiesa.
Infine la porta est, detta da Michelangelo la Porta del Paradiso, il capolavoro oramai pienamente rinascimentale del Ghiberti e dei suoi aiuti, tra cui Luca della Robbia. Ghiberti e la sua bottega, ottennero senza concorso la commissione della porta che venne realizzata in un formato diverso dalle altre due, in dieci grandi formelle. 
 immagini tratte da:it.firenze.waf.it

giovedì 5 marzo 2015

aggiornamenti

ultime del blog: presto saranno online molte altre pagine.
Vi consigliamo di lasciare commenti nel caso aveste qualcosa da dire: consigli, critiche ecc... 
Avvisiamo inoltre che ci sarà un periodo di inattività a causa degli enormi aggiornamenti e nuovi post.


Grazie dal team di Firenze in un blog

sabato 28 febbraio 2015

Piazza della Signoria

Piazza della Signoria è la piazza centrale di Firenze, sede del potere civile con Palazzo Vecchio e cuore della vita sociale della città. A forma di L, si trova nella parte centrale della Firenze medievale, a sud del Duomo e a poche decine di metri dal Ponte Vecchio e dall'Arno. In passato ha avuto vari nomi , come piazza dei Priori o piazza del Granduca

Grazie ai ritrovamenti archeologici effettuati a partire dal 1974, si è potuto stabilire che le prime attività nell'area della piazza risalgono al Neolitico e che la piazza attuale costituiva una zona importante della città romana, con un impianto termale di epoca adrianea ed una fullonica di dimensioni industriali vicino al teatro, i cui resti sono stati rinvenuti sotto Palazzo Vecchio . Successivamente (IV-V secolo) le terme e la fullonica vennero abbandonate e riutilizzate da poveri edifici ed attività artigianali, mentre fu realizzata una grande basilica paleocristiana (27x50 metri circa).
La piazza cominciò ad assumere la forma attuale intorno al 1268, quando le case dei Ghibellini che si ergevano nella zona furono demolite dai Guelfi vittoriosi a Benevento, ma senza dare all'area un'impostazione coerente ed unitaria, tanto che fu pavimentata solo nel 1385. Di pari passo venne costruito il Palazzo della Signoria, così la piazza divenne il centro della vita politica cittadina, in antitesi con il centro religioso di Piazza del Duomo e la piazza per i commerci che era il Mercato Vecchio, dove oggi sorge Piazza della Repubblica. Nel XIV secolo vengono aggiunte la Loggia della Signoria, per le cerimonie pubbliche, e il Tribunale della Mercanzia, istituto atto a dirimere le controversie di tipo civile e commerciale.
Gli interventi nei secoli successivi riguardano soprattutto l'arredo scultoreo e culminano in epoca granducale con la trasformazione della Loggia della Signoria in una sorta di museo all'aperto. La costruzione degli Uffizi alla metà del Cinquecento, crea inoltre una nuova prospettiva in direzione del fiume. La piazza non resta estranea al "risanamento” ottocentesco del centro storico, nell'ambito del quale vengono realizzati interventi stile neorinascimentale, come il Palazzo delle Assicurazioni davanti a Palazzo Vecchio.

Le cascine

Le Cascine facevano parte delle proprietà, che Alessandro e Cosimo I dei Medici acquistarono per utilizzarle come bandita di caccia e per l'allevamento dei bovini. Nel 1786 Giuseppe Manetti iniziò i lavori di sistemazione delle Cascine per farne un grande parco pubblico arricchito da arredi e architetture.
Le Cascine si trovano sulla riva destra dell'Arno, la grande estensione territoriale le rende il parco pubblico più grande della città di Firenze. Le Cascine, rappresentavano una vasta tenuta agricola di proprietà di Alessandro e Cosimo I de' Medici, erano così destinate a riserva di caccia e all'allevamento dei bovini. All'interno di questa riserva erano presenti particolari tipologie di colture e piantagioni, fra questi infatti comparivano rarissime specie di piante da frutto. Particolarmente interessanti per le ricerceh della famiglia Medici.Sotto il Granducato dei Lorena, la funzione del parco fu pian piano modificata, le Cascine, pur mantenendo ancora un aspetto rurale, assunsero sempre più una funzione di parco, aperto al pubblico in occasione di particolari ricorrezze.Le principali modifiche furono apportate da G.Manetti alla fine del '700. Lungo questo periodo furono dislocate una serie di arredi e architetture, tra cui spiccavano l'abbeveratorio del Quercione, detto Fontana delle boccacce,la Palazzina reale, la piramide con funzione di ghiacciaia e le due pavoniere, dette in origine fagianiere, a forma di tempietti neoclassici che costituivano due gabbie per uccelli. A Giuseppe Manetti fu affidato anche il compito di organizzare feste e ricevimenti.Durante il periodo napoleonico, le Cascine diventarono un vero e proprio parco pubblico. Nel corso dell'Ottocento si susseguirono numerosi lavori di ampliamento e ristrutturazione . Il Parco delle Cascine fu acquisito dal comune di Firenze nel 1869.
Nel 19° secolo i giardini delle Cascine furono progettate in uno stile romantico e apparivano molto diverse da come sono oggi. Inoltre, nel corso del 19° secolo larghe aree del parco furono trasformate in aree sportive, a seguito dell'affermazione di molti sport, come il nuoto, il tiro al piattello, il tiro a segno.
Leo Schip
immagine tratta da:www.tripadvisor.it
 www.fotografieitalia.it

I PIATTI TIPICI FIORENTINI

La cucina fiorentina e una delle migliori d'italia ed ha una tradizione secolare soprattutto contadina.Il piatto fiorentino più famoso è sicuramente la bistecca alla fiorentina. Possiamo ricondurre il nome e la tradizione della bistecca alla famiglia De’ Medici. In occasione della celebrazione della festa di San Lorenzo, il 10 Agosto, Firenze si illuminava della luce di grandi falò dove venivano arrostite grosse quantità di carne di vitello che venivano poi distribuite alla popolazione. Proprio in occasione delle celebrazioni di un San Lorenzo infatti oggi la bistecca fiorentina e una bistecca di carne di bue di ottima qualità, alta 5-6 cm, che viene cotta sulla brace 5 minuti per lato, lasciando l’interno al sangue.Ma la cucina fiorentina non si ferma alla bistecca ed è rappresentata a pieno dai piatti "poveri", quelli della gente comune, tramandati nelle famiglie, basati su ingredienti semplici come il pane, l'olio e le verdure dell’orto.
Proprio il pane è l’ingrediente principale di tanti piatti della cucina fiorentina. Rigorosamente sciapo, o come si dice a Firenze “sciocco”, caratterizzato dalla mancanza di sale. Questa caratteristica ha origine nel XII secolo quando le lotte tra Pisa e Firenze portarono la repubblica marinara a bloccare il commercio del sale verso l'interno e fu così che i fiorentini decisero di panificare senza sale.
Il pane nelle famiglie contadine veniva cotto soltanto una volta la settimana, poi avvolto in dei panni era conservato nelle madie fino alla successiva cottura. Durante la settimana il pane doveva sfamare tutta la famiglia e le donne contadine dovevano usare la loro fantasia per riproporlo in varie ricette e rispettare una regola della campagna toscana: "non si butta via niente".
Iniziando dalle merende preparate un tempo per i bambini e per gli uomini che andavano a lavorare i campi, come il pane e pomodoro, un pomodoro costoluto fiorentino strofinato su una bella fetta di pane fino a spolparlo e condito con olio extra vergine di oliva e sale, e il pane e vino, un filo di vino rosso e tanto zucchero su una fetta di pane.
Proseguendo poi tra i tanti piatti che ancora oggi troviamo nelle trattorie fiorentine.
La fettunta è tipica dei mesi di novembre e dicembre. È una fetta di pane caldo e croccante insaporita con uno spicchio d'aglio strofinato sulla superficie e condita con sale e olio extravergine d' oliva “novo” appena uscito dal frantoio.
Il pane con il cavolo nero viene fatto in inverno usando pane arrostito e cavolo nero bollito e condito con olio extravergine e sale. Il cavolo usato è quello nero riccio di Toscana dalle foglie lunghe d’un verde scuro quasi nero che viene prodotto durante tutto l’inverno.
La ribollita è una zuppa il cui nome deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità e quindi veniva "ribollita" per riscaldarla e presentata di nuovo in tavola nei giorni successivi. Come tutte le altre minestre di verdura la ribollita diventa sempre più gustosa ogni volta che viene "riscaldata" sul fuoco. Gli ingredienti fondamentali sono il pane raffermo, il cavolo nero e i fagioli cannellini. Dopo avere ribollito la zuppa si usa aggiungere un filo d'olio extravergine d'oliva.
La pappa al pomodoro è una zuppa semplicissima ma gustosissimo fatta con pane raffermo, pomodori, spicchi d'aglio, basilico, brodo e olio extravergine d'oliva.
La panzanella è un primo piatto estivo fatta con pane bagnato nell’acqua, pomodori maturi, cetrioli, cipolla rossa e basilico, condita con olio extra vergine, aceto di vino e sale.
Passando poi ai piatti più saporiti che si sposano perfettamente con il pane sciapo che ne esalta il gusto.
I crostini di fegatini fatti con una salsa a base di fegatini di pollo cotti sfumandoli con del vin Santo, e portati a fine cottura con burro, capperi tritati, filetti di acciuga e brodo. La salsa ottenuta viene spalmata sul pane.
I fagioli all'uccelletto sono un piatto tipico della cucina fiorentina. Per la preparazione la tradizione vuole che si usi una pentola di coccio, iniziando con un leggero soffritto di olio e aglio dove si mettono ad insaporire i fagioli cannellini, precedentemente lessati, si aggiunge la salsa di pomodoro con un poco di acqua di cottura dei fagioli, sale, pepe un ciuffo di salvia. il nome deriva proprio dalla salvia usata anche per insaporire gli “uccelletti” tanto cari all'antica trazione culinaria toscana.
In questo percorso tra i piatti della tradizione fiorentina non possiamo dimenticare la trippa e il lampredotto. A Firenze si trovano ancora oggi diversi " lampredottai " che, in piccoli chioschi o furgoni attrezzati, stazionano nei mercati e nelle piazze e all’ora di pranzo sono attorniati da fiorentini che si gustano un panino con il lampredotto il tipico cibo da strada di Firenze.
Il lampredotto è la parte più scura della trippa detta gala, dal sapore forte e deciso. Viene cotto a lungo in acqua con pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano. Una volta cotto, è possibile gustarlo sia come un normale bollito condito con salsa verde, sia alla maniera più amata dai fiorentini, ovvero tagliato a pezzetti come ripieno di un “semelle”, un panino la cui fetta superiore viene bagnata nel brodo di cottura del lampredotto, e condito con sale, pepe, salsa verde e peperoncino piccante.
La trippa alla fiorentinaè un secondo piatto tipico della città di Firenze ed è molto gustoso. Si prepara tagliando la trippa lavata a striscioline e aggiungendola ad un soffritto di cipolle, carote e sedani tagliati a pezzettini. Si aggiungono poi dei pomodori pelati e si lascia cuocere fino a far ritirare l'acqua della trippa e dei pomodori. Si serve calda con una spolverata di pepe e un filo d'olio extravergine.

Spostandosi appena fuori porta, all’Impruneta troviamo il peposo alla fornacina, ovvero uno stracotto nato proprio all’Impruneta il paese delle fornaci dove viene prodotto il cotto. Gli operai delle fornaci detti “fornacini”, al mattino, accendevano le fornaci e mettevano a cuocere per ore ed ore in un tegame di coccio un bel pezzo di manzo affogato nel vino e abbondantemente pepato. Si narra che il peposo venisse offerto al Brunelleschi, quando si recava alle fornaci per seguire la realizzazione del cotto commissionato per la costruzione della Cupola del Duomo di Firenze. La ricetta originale, infatti, non prevede l’utilizzo del pomodoro visto che la scoperta dell’America non era ancora avvenuta.

Per concludere con i dolci della tradizione fiorentina.
La schiacciata con l'uvaè un dolce che un tempo veniva cucinato durante il periodo della vendemmia per le sagre contadine e le sue modeste origini sono testimoniate dalla semplicità degli ingredienti: pasta per il pane, olio d'oliva, zucchero e uva nera. La tradizione vuole che si usi uva della varietà canaiola, dagli acini piccoli e con molti vinaccioli, considerata poco adatta alla vinificazione.
Ilcastagnaccioè un dolce fatto con la farina di castagne, diffuso in Toscana in tutto l'arco appenninico, tipico dei mesi autunnali e invernali, quando la farina di castagne è più fresca. La versione fiorentina prevede l’uso di farina di castagne, uvetta passa, pinoli e rosmarino.
La schiacciata alla fiorentinaè il dolce tipico di Firenze del periodo di Carnevale, che una volta veniva chiamato “schiacciata unta” perché per prepararlo veniva usato lo strutto. Oggi viene fatta una versione più leggera che prevede l'uso di olio extravergine di oliva, farina, zucchero, latte e uova. Ricorda la torta margherita.
Lo zuccottoè un dolce semifreddo tipico della pasticceria fiorentina, a base di savoiardi, panna montata e cioccolato uniti a formare una cupola, le cui origini sembrano risalire a Caterina de' Medici.
Lazuppa inglese è un dolce al cucchiaio realizzato alternando strati di pan di spagna bagnati con alchermes a strati di crema pasticciera e crema al cacao. Le origini risalgono alla prima metà del 1800. Si racconta, infatti, che la zuppa inglese sia stata "inventata" da una donna di servizio di una famiglia inglese residente sulle colline di Fiesole. La domestica non volendo buttare via i biscotti serviti con il tè diventati secchi, pensò di riutilizzarli bagnandoli con del liquore per ammorbidirli e unendoli con altri "avanzi" che aveva a disposizione: la crema pasticceria (detta anche crema inglese) e il budino al cioccolato.

Jhonny 1°N
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Calcio Storico

ALESSANDRO 1N

Il calcio fiorentino nell'antichità

Il calcio storico fiorentino, conosciuto anche col nome di calcio in livrea o calcio in costume
è una disciplina sportiva che Consiste, in un gioco a squadre che si effettua con un pallone gonfio d'aria.
La pratica di sport che utilizzano corpi sferici di grandezza variabile è antichissima e praticamente diffusa in ogni cultura antica. I greci però praticavano la Sferomachia che poi fu adottato dai romani che divenne Harpastum che vuol dire strappare via con forza, (L'Harpastum veniva giocato con palle ripiene di stracci e di pelli e non gonfio di aria).l'Harpastum ebbe grande successo soprattutto tra i legionario che contribuirono così alla sua diffusione nelle varie zone dell'impero romano.I giocatori (calcianti) che scendevano in campo erano perlopiù nobili (anche futuri santi) dai 18 a i 45 anni e vestivano le sfarzose livree dell'epoca, che diedero poi il nome a questo sport.

Il calcio fiorentino dei tempi moderni

Per quasi duecento anni non si hanno notizie di partite organizzate anche se alcuni fiorentini continuavano a giocare nei giardini pubblici o in piccoli quartieri dando fondamento a un nuovo motto popolare "lo spirito moderno del calcio antico".
Le regole in vigore del 500 erano 33 scritte da GIOVANNI DE BARDI.
Le partite hanno una durata di cinquanta minuti e si scontrano in un campo rettangolare ricoperto di rena; una linea bianca divide il campo in due quadrati identici e sui due lati del fondo viene montata una rete sovrastante la palizzata che circonda l'intero perimetro di gioco. Su questo terreno si affrontano due squadre composte da ventisette calcianti per parte .La partita ha inizio con il lancio del pallone da parte del Pallaio sulla linea centrale e la seguente "sparata" delle colubrine che salutano l'apertura delle ostilità. Da questo momento in poi i calcianti delle due squadre cercheranno (con qualunque mezzo) di portare il pallone fino al fondo del campo avversario e depositarlo nella rete segnando così la "caccia" (goal). È importante tirare con molta precisione poiché qualora la palla finisse, in seguito ad un tiro sbagliato o ad una deviazione dei difensori, al di sopra della rete, verrebbe assegnata la segnatura di mezza caccia in favore dell'avversario. Ad ogni segnatura di caccia le squadre si devono cambiare di campo. La vincitrice sarà la squadra che al termine dei 50 minuti di gioco avrà segnato il maggior numero di cacce. Particolare interessante è anche il premio; oltre al palio infatti, mentre i musici intonano l'inno della vittoria, il Maestro di Campo consegnerà una vitella di razza Chianina alla squadra vincitrice del torneo.
Dove si gioca

Nel calcio fiorentino qualsiasi spazio aperto poteva essere utilizzato come campo di gioco dove improvvisare partite più o meno importanti. il periodo di sua massima popolarità, il Calcio era talmente diffuso che dovettero essere presi provvedimenti per garantire la sicurezza civile(Ancora oggi è possibile osservare, in diversi punti di Firenze, lapidi murate in cui è riportato tale divieto )
una scritta dice (Li Sig.OTTO proibiscono il gioco di palla pallottole et ogni altro strepitoso vicino alla Badia a braccia venti sotto pene rigorose").

Le partite piu' epiche
l'immagine è stata tratta da:www.ilsitodifirenze.it


la partita per eccellenza, alla quale le moderne edizioni si richiamano, è quella che fu giocata il 17 febbraio 1530durante l'assedio della città.
Altre partite spettacolari sono queste:

1490- Si giocò eccezionalmente sull'Arno ghiacciato.
  • 1570 - Si giocò a Roma nelle terme Diocleziano in occasione della nomina a granduca di COSIMO I DE' MEDICI.
  • 1575 - Partita giocata a Lione, organizzata dai mercanti fiorentini in onore del re Enrico III di passaggio da quella città.
  • 1584 - Partita di Calcio giocata il 19 aprile in onore di Eleonora de' Medici e Vincenzo i Gonzaga . Oltre alla partita venne organizzata anche una corrida. A impressionare però è il numero degli spettatori che assistettero all'evento: oltre quarantamila.
  • 1605- Si giocò ancora una volta sull' Arno ghiacciato dal 24 dicembre al 20 febbraio.
  • 1650 - Partita giocata il 20 febbraio fra le squadre rivali dei Piacevoli (di colore "scarnatino") e dei Piattelli (di colore "mavì"). Vinsero i Piattelli ma le cronache del tempo parlano della partita come di uno scontro epico, più simile a una vera e propria battaglia sia in campo che fuori.
  • 1681 - Durante lo svolgimento della partita del 17 gennaio FRANCESCO DI CARLO GERINI venne assassinato da FILIPPO DI PIETRO STROZZI nelle immediate vicinanze del campo.
  • 1689 - Si giocò per festeggiare le nozze di Ferdinando de' Medici e VIOLANTE BEATRICE BAVIERA . La partita è passata agli annali però per il fatto che a sfidarsi furono una rappresentativa europea contro una asiatica.
  • 1766- Una partita ebbe luogo a Livorno, in occasione della venuta delle altezze granducali PIETRO DE LUCALI 1 e Maria Luisa. Alla partita, offerta dai numerosi mercanti inglesi presenti in quella città, assisté il console britannico John Dick. Più che la bellezza del gioco - apparso anzi deludente sia per la inesperienza dei giocatori sia per il regolamento che escludeva contatti fisici troppo robusti - chi vi assisté lodò la magnifienza delle uniformi di gioco (di raso rosa per una squadra e azzurro per l'altra), costate oltre mille sterline.
  • 2013 - A causa di un temporale abbattutosi su Firenze nel pomeriggio del 24 giugno, tradizionale data di san giovanni, viene presa la decisione di rinviare la finale tra i Bianchi di Santo Spirito e gli Azzurri di Santa Croce alla successiva domenica: per la prima volta, una partita del calcio storico viene rinviata per cause di maltempo.

  

giovedì 5 febbraio 2015

FIRENZE CAPITALE 1865-1870

Firenze Capitale d'Italia
Il quinquennio di Firenze capitale d'Italia, fu un evento storicamente importante ovviamente per la città ma anche per l'Italia intera.
Tuttavia spiacque a molti:se la presero i torinesi, che si videro privati del ruolo di capitale d'Italia.
Stabilita la capitale a Firenze, vi si trasferirono oltre 20.000 fra militari e burocrati. Qui operavano in quel quinquennio e prima, il dalmata Niccolò Tommaseo, Gino Capponi, che vecchio e quasi cieco redigeva il ciclopico Dizionario della lingua italiana.
Dal 1864 funzionava a Firenze il nuovo osservatorio di Arcetri che diverrà un importante centro astrofisico internazionale. In quegli anni, Barsanti e Matteucci inventarono e presentarono il motore a scoppio, anticipo dell'automobile. Qui un operaio del Teatro della Pergola, Antonio Meucci, sta per inventare il telefono. E dopo quasi cinque secoli di immobilismo, Firenze si rinnova: abbatte le storiche mura e crea i grandi viali di circonvallazione, ma soprattutto dà vita a quei gioielli che sono il viale dei colli e il piazzale di Michelangelo.

curiosità: Lo stesso giorno in cui si è svolto il festeggiamento la fiorentina, la squadra calcistica con sede a Firenze, ha vinto in coppa italia contro la Roma l'attuale capitale d'Italia.

venerdì 23 gennaio 2015

GLI UFFIZI E LA LORO STORIA



L' immagine è stata tratta da www.firenze-online.com
GLI UFFIZI
Pochi sanno che il monumentale complesso degli Uffizi non fu creato per essere un museo. E’ proprio il suo nome che ne spiega la destinazione originaria: fu infatti ordinato nel 1560 da Cosimo I de Medici, primo Granduca di Toscana.
Cosimo incaricò dell’impresa il suo artista di fiducia, Giorgio Vasari, che progettò l’edificio dalla forma ad U così come possiamo ammirarlo ancora oggi.


Il grande architetto costruì anche il Corridoio, che da lui prende il nome, che unisce, attraverso gli Uffizi, Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, passando sul Ponte vecchio e attraversando la chiesa di Santa Felicita e numerosi edifici adiacenti prima di sbucare nel Giardino di Boboli. Per costruire gli Uffizi e creare spazio per l’imponente edificio, furono demolite molte costruzioni che si trovavano sulla riva destra dell’Arno, a monte del Ponte Vecchio. Qui era sorto infatti già in epoca romana un quartiere portuale. La costruzione dell’edificio delle Magistrature, come all’inizio era denominato, servì anche a dare un volto nuovo a questo lembo di città. Dal lato di Piazza Signoria l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, luogo dove i primi fiorentini del libero Comune si radunavano nel ‘200, non venne abbattuta, bensì inglobata nella nuova muratura vasariana, mantenendo la sua funzione sacra fino al ‘700. Si possono ancora oggi notare i resti dell’antica chiesa lungo Via della Ninna, a lato di Palazzo Vecchio, riportati in luce durante i restauri nel 1971, e la navata centrale, rimasta pressoché intatta, dove sono conservati i celebri affreschi staccati di Andrea del Castagno con il ciclo degli Uomini e Donne Illustri, e un altro famoso affresco di Sandro Botticelli con l’Annunciazione. Gli Uffizi furono completati dopo la morte di Vasari e di Cosimo I da un altro grande architetto, Bernardo Buontalenti, e da un altro granduca, il colto e raffinato Francesco I de' Medici. Si deve a lui la creazione della Galleria, allestita nel 1581 al secondo piano dell’edificio. Cuore del museo fu la ottagonale sala della Tribuna, strepitosa invenzione del genio del Buontalenti completata nel 1584, rappresentazione alchemica dei Quattro Elementi, scrigno meraviglioso delle opere più preziose. 



giovedì 22 gennaio 2015

PONTE VECCHIO

IL PONTE VECCHIO
l'immagine e stata presa da:www.solosfondi.com
Il Ponte Vecchio di Firenze è il ponte più antico della omonima città.
Attraversa il Fiume Arno nel suo punto più stretto. Esso è il primo ponte costruito durante l’età romana intorno alla metà del I secolo A.C.
Venne costruito sul luogo dove si trovava l’antico traghetto usato per attraversare l’Arno, con legno e su pile di pietra, fino al 1218 era l’unico collegamento tra le due rive dell’Arno. Più volte rovinato dalle alluvioni tra le quali quella del 1117, dopo la quale venne ricostruito, nel 1170, in pietra e a cinque arcate, vi furono installate botteghe di legno ai due lati a sbalzo sul fiume. Non riuscì a resistere alla piena del 1333, che si portò totalmente via il ponte. Dopo la costruzione dei lungarni, il ponte venne ricostruito nel 1345 ad opera di Taddeo Gaddi e Neri Fioravanti, con struttura di tre arcate ribassate, e di larghezza da permettere di costruire al disopra di esso due portici ad arcate e i negozi che questa volta furono costruiti in muratura e disposti simmetricamente ai lati del ponte. Le botteghe furono destinate ad arti come quello della Lana, a macellai e verdurai. Questo fino a quando il granduca Ferdinando I ordinava che le botteghe del Ponte Vecchio venissero sgomberate dagli attuali occupanti e divenissero sede di orafi, argentieri, bancherotti, dato che il ponte era diventato un luogo molto frequentato ai gentiluomini e da forestieri. Ancora oggi infatti sul Ponte Vecchio a Firenze sono presenti numerose botteghe orafe. Successivamente fu costruito il corridoio Vasariano. Il Corridoio Vasariano fu costruito nel 1565 da Giorgio Vasari, architetto dei Medici, per collegare Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, passando attraverso gli Uffizi e Ponte Vecchio. In pratica serviva alla Famiglia Medici per passare da un palazzo all’altro senza scendere in strada. Il Corridoio privato è costruito nella parte alta del lato est del Ponte Vecchio ed è adornato dagli autoritratti di molti artisti famosi. Durante la Seconda Guerra Mondiale le truppe tedesche distrussero tutti i ponti di Firenze, eccetto questo. Tuttavia bloccarono l'accesso al ponte distruggendo le due costruzioni medievali ai suoi lati.



LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE

l'immagine e stata presa da:www.stamptoscana.it


LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE


Il Duomo di Firenze colpisce molto per il suo vasto spazio e dalla leggerezza dei suoi arredi. La ricca policromia esterna che collega la mole del monumento alla scala più minuta degli edifici circostanti, qui si tramuta in una semplicità che sottolinea, invece, le dimensioni titaniche della chiesa.
L' aspetto quasi spoglio dell'interno di Santa Maria del Fiore corrisponde all'austero ideale spirituale della Firenze medievale e del primo Rinascimento; suggerisce attraverso l’architettura la spiritualità dei grandi riformatori della vita religiosa fiorentina, da San Giovanni Gualberto a Sant'Antonino e Fra Girolamo Savonarola. Santa Croce fu progettata da Arnolfo di Cambio . L' arricchimento del Duomo con fastosi pavimenti in marmo colorato e con nicchie "a tempietto" appartiene invece ad un secondo momento della storia della Cattedrale, sotto il patronato dei granduchi nel '500. 
Santa Maria del Fiore è stata costruita a spese del Comune, come "chiesa di stato". Sulle navate sono presenti monumenti creati da personaggi illustri dell’epoca tra cui : John Hawkwood e Niccolò da Tolentino; e il dipinto di Domenico di Michelino raffigurante Dante, del 1465, ritratti in rilievo in onore di Giotto, Brunelleschi, Marsilio Ficino, ed Antonio Squarcialupi, organista del Duomo, tutte opere del '400 e primo '500. Del secolo XIX, invece, sono i ritratti di Arnolfo e di Emilio De Fabris. Inoltre ai poli opposti della cattedrale sono presenti. Due grandi immagini, un mosaico sopra la porta d' ingresso principale creato da Gaddo Gaddi, e la vetrata rotonda sopra l' altare maggiore,creata da Donatello . Sia l' una che l' altra raffigurano l' Incoronazione della Vergine, ossia l' elevazione di Maria alla gloria dopo la sua morte.

giovedì 15 gennaio 2015

Presentazione











l'immagine e stata presa da:www.deseoimmobiliare.it
Salve, in questo blog presenteremo Firenze e le sue bellezze, mostrandovi opere d'arte e usanze del posto. Parleremo ad esempio del Duomo, di Ponte vecchio e anche dei suoi attori. Inoltre scriveremo delle sue usanze come il calcio storico la festa della rificolona e altre ancora.....