sabato 28 febbraio 2015

I PIATTI TIPICI FIORENTINI

La cucina fiorentina e una delle migliori d'italia ed ha una tradizione secolare soprattutto contadina.Il piatto fiorentino più famoso è sicuramente la bistecca alla fiorentina. Possiamo ricondurre il nome e la tradizione della bistecca alla famiglia De’ Medici. In occasione della celebrazione della festa di San Lorenzo, il 10 Agosto, Firenze si illuminava della luce di grandi falò dove venivano arrostite grosse quantità di carne di vitello che venivano poi distribuite alla popolazione. Proprio in occasione delle celebrazioni di un San Lorenzo infatti oggi la bistecca fiorentina e una bistecca di carne di bue di ottima qualità, alta 5-6 cm, che viene cotta sulla brace 5 minuti per lato, lasciando l’interno al sangue.Ma la cucina fiorentina non si ferma alla bistecca ed è rappresentata a pieno dai piatti "poveri", quelli della gente comune, tramandati nelle famiglie, basati su ingredienti semplici come il pane, l'olio e le verdure dell’orto.
Proprio il pane è l’ingrediente principale di tanti piatti della cucina fiorentina. Rigorosamente sciapo, o come si dice a Firenze “sciocco”, caratterizzato dalla mancanza di sale. Questa caratteristica ha origine nel XII secolo quando le lotte tra Pisa e Firenze portarono la repubblica marinara a bloccare il commercio del sale verso l'interno e fu così che i fiorentini decisero di panificare senza sale.
Il pane nelle famiglie contadine veniva cotto soltanto una volta la settimana, poi avvolto in dei panni era conservato nelle madie fino alla successiva cottura. Durante la settimana il pane doveva sfamare tutta la famiglia e le donne contadine dovevano usare la loro fantasia per riproporlo in varie ricette e rispettare una regola della campagna toscana: "non si butta via niente".
Iniziando dalle merende preparate un tempo per i bambini e per gli uomini che andavano a lavorare i campi, come il pane e pomodoro, un pomodoro costoluto fiorentino strofinato su una bella fetta di pane fino a spolparlo e condito con olio extra vergine di oliva e sale, e il pane e vino, un filo di vino rosso e tanto zucchero su una fetta di pane.
Proseguendo poi tra i tanti piatti che ancora oggi troviamo nelle trattorie fiorentine.
La fettunta è tipica dei mesi di novembre e dicembre. È una fetta di pane caldo e croccante insaporita con uno spicchio d'aglio strofinato sulla superficie e condita con sale e olio extravergine d' oliva “novo” appena uscito dal frantoio.
Il pane con il cavolo nero viene fatto in inverno usando pane arrostito e cavolo nero bollito e condito con olio extravergine e sale. Il cavolo usato è quello nero riccio di Toscana dalle foglie lunghe d’un verde scuro quasi nero che viene prodotto durante tutto l’inverno.
La ribollita è una zuppa il cui nome deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità e quindi veniva "ribollita" per riscaldarla e presentata di nuovo in tavola nei giorni successivi. Come tutte le altre minestre di verdura la ribollita diventa sempre più gustosa ogni volta che viene "riscaldata" sul fuoco. Gli ingredienti fondamentali sono il pane raffermo, il cavolo nero e i fagioli cannellini. Dopo avere ribollito la zuppa si usa aggiungere un filo d'olio extravergine d'oliva.
La pappa al pomodoro è una zuppa semplicissima ma gustosissimo fatta con pane raffermo, pomodori, spicchi d'aglio, basilico, brodo e olio extravergine d'oliva.
La panzanella è un primo piatto estivo fatta con pane bagnato nell’acqua, pomodori maturi, cetrioli, cipolla rossa e basilico, condita con olio extra vergine, aceto di vino e sale.
Passando poi ai piatti più saporiti che si sposano perfettamente con il pane sciapo che ne esalta il gusto.
I crostini di fegatini fatti con una salsa a base di fegatini di pollo cotti sfumandoli con del vin Santo, e portati a fine cottura con burro, capperi tritati, filetti di acciuga e brodo. La salsa ottenuta viene spalmata sul pane.
I fagioli all'uccelletto sono un piatto tipico della cucina fiorentina. Per la preparazione la tradizione vuole che si usi una pentola di coccio, iniziando con un leggero soffritto di olio e aglio dove si mettono ad insaporire i fagioli cannellini, precedentemente lessati, si aggiunge la salsa di pomodoro con un poco di acqua di cottura dei fagioli, sale, pepe un ciuffo di salvia. il nome deriva proprio dalla salvia usata anche per insaporire gli “uccelletti” tanto cari all'antica trazione culinaria toscana.
In questo percorso tra i piatti della tradizione fiorentina non possiamo dimenticare la trippa e il lampredotto. A Firenze si trovano ancora oggi diversi " lampredottai " che, in piccoli chioschi o furgoni attrezzati, stazionano nei mercati e nelle piazze e all’ora di pranzo sono attorniati da fiorentini che si gustano un panino con il lampredotto il tipico cibo da strada di Firenze.
Il lampredotto è la parte più scura della trippa detta gala, dal sapore forte e deciso. Viene cotto a lungo in acqua con pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano. Una volta cotto, è possibile gustarlo sia come un normale bollito condito con salsa verde, sia alla maniera più amata dai fiorentini, ovvero tagliato a pezzetti come ripieno di un “semelle”, un panino la cui fetta superiore viene bagnata nel brodo di cottura del lampredotto, e condito con sale, pepe, salsa verde e peperoncino piccante.
La trippa alla fiorentinaè un secondo piatto tipico della città di Firenze ed è molto gustoso. Si prepara tagliando la trippa lavata a striscioline e aggiungendola ad un soffritto di cipolle, carote e sedani tagliati a pezzettini. Si aggiungono poi dei pomodori pelati e si lascia cuocere fino a far ritirare l'acqua della trippa e dei pomodori. Si serve calda con una spolverata di pepe e un filo d'olio extravergine.

Spostandosi appena fuori porta, all’Impruneta troviamo il peposo alla fornacina, ovvero uno stracotto nato proprio all’Impruneta il paese delle fornaci dove viene prodotto il cotto. Gli operai delle fornaci detti “fornacini”, al mattino, accendevano le fornaci e mettevano a cuocere per ore ed ore in un tegame di coccio un bel pezzo di manzo affogato nel vino e abbondantemente pepato. Si narra che il peposo venisse offerto al Brunelleschi, quando si recava alle fornaci per seguire la realizzazione del cotto commissionato per la costruzione della Cupola del Duomo di Firenze. La ricetta originale, infatti, non prevede l’utilizzo del pomodoro visto che la scoperta dell’America non era ancora avvenuta.

Per concludere con i dolci della tradizione fiorentina.
La schiacciata con l'uvaè un dolce che un tempo veniva cucinato durante il periodo della vendemmia per le sagre contadine e le sue modeste origini sono testimoniate dalla semplicità degli ingredienti: pasta per il pane, olio d'oliva, zucchero e uva nera. La tradizione vuole che si usi uva della varietà canaiola, dagli acini piccoli e con molti vinaccioli, considerata poco adatta alla vinificazione.
Ilcastagnaccioè un dolce fatto con la farina di castagne, diffuso in Toscana in tutto l'arco appenninico, tipico dei mesi autunnali e invernali, quando la farina di castagne è più fresca. La versione fiorentina prevede l’uso di farina di castagne, uvetta passa, pinoli e rosmarino.
La schiacciata alla fiorentinaè il dolce tipico di Firenze del periodo di Carnevale, che una volta veniva chiamato “schiacciata unta” perché per prepararlo veniva usato lo strutto. Oggi viene fatta una versione più leggera che prevede l'uso di olio extravergine di oliva, farina, zucchero, latte e uova. Ricorda la torta margherita.
Lo zuccottoè un dolce semifreddo tipico della pasticceria fiorentina, a base di savoiardi, panna montata e cioccolato uniti a formare una cupola, le cui origini sembrano risalire a Caterina de' Medici.
Lazuppa inglese è un dolce al cucchiaio realizzato alternando strati di pan di spagna bagnati con alchermes a strati di crema pasticciera e crema al cacao. Le origini risalgono alla prima metà del 1800. Si racconta, infatti, che la zuppa inglese sia stata "inventata" da una donna di servizio di una famiglia inglese residente sulle colline di Fiesole. La domestica non volendo buttare via i biscotti serviti con il tè diventati secchi, pensò di riutilizzarli bagnandoli con del liquore per ammorbidirli e unendoli con altri "avanzi" che aveva a disposizione: la crema pasticceria (detta anche crema inglese) e il budino al cioccolato.

Jhonny 1°N
l'immagine è stata tratta da:www.vitalowcost.it
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