GLI
UFFIZI
Pochi sanno che il monumentale complesso degli Uffizi non fu creato per essere un museo. E’ proprio il suo nome che ne spiega la destinazione originaria: fu infatti ordinato nel 1560 da Cosimo I de Medici, primo Granduca di Toscana.
Cosimo
incaricò dell’impresa il suo artista di fiducia, Giorgio
Vasari,
che progettò l’edificio dalla forma ad U così come possiamo
ammirarlo ancora oggi.
Il
grande architetto costruì anche il Corridoio, che da lui prende il
nome, che unisce, attraverso gli Uffizi, Palazzo Vecchio a Palazzo
Pitti, passando sul Ponte vecchio e attraversando la chiesa di Santa
Felicita e numerosi edifici adiacenti prima di sbucare nel Giardino
di Boboli. Per costruire gli Uffizi e creare spazio per l’imponente
edificio, furono demolite molte costruzioni che si trovavano sulla
riva destra dell’Arno, a monte del Ponte Vecchio. Qui era sorto
infatti già in epoca romana un quartiere portuale. La costruzione
dell’edificio delle Magistrature, come all’inizio era denominato,
servì anche a dare un volto nuovo a questo lembo di città. Dal lato
di Piazza Signoria l’antica chiesa romanica di San
Pier Scheraggio,
luogo dove i primi fiorentini del libero Comune si radunavano nel
‘200, non venne abbattuta, bensì inglobata nella nuova muratura
vasariana, mantenendo la sua funzione sacra fino al ‘700. Si
possono ancora oggi notare i resti dell’antica chiesa lungo Via
della Ninna, a lato di Palazzo Vecchio, riportati in luce durante i
restauri nel 1971, e la navata centrale, rimasta pressoché intatta,
dove sono conservati i celebri affreschi staccati di Andrea del
Castagno con il ciclo degli Uomini
e Donne Illustri,
e un altro famoso affresco di Sandro Botticelli con l’Annunciazione.
Gli Uffizi furono completati dopo la morte di Vasari e di Cosimo I da
un altro grande architetto, Bernardo
Buontalenti,
e da un altro granduca, il colto e raffinato Francesco
I de' Medici.
Si deve a lui la creazione della Galleria, allestita nel 1581 al
secondo piano dell’edificio. Cuore del museo fu la ottagonale sala
della Tribuna, strepitosa invenzione del genio del Buontalenti
completata nel 1584, rappresentazione alchemica dei Quattro Elementi,
scrigno meraviglioso delle opere più preziose.